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Epidemia aviaria, torna l’incubo: allevamenti a rischio in Italia

Epidemia aviaria - Fonte AdobeStock
Epidemia aviaria – Fonte AdobeStock

Torna ancora una volta l’incubo dell’epidemia aviaria, ora anche gli allevamenti in Italia sono fortemente a rischio.

Arrivano importantissimi aggiornamenti in merito alla diffusione dell’influenza aviaria  in Italia e i dati purtroppo non sono esattamente incoraggianti – motivo per cui gli esperti hanno lanciato immediatamente l’allarme.

Sembra infatti che purtroppo la patologia sia tornata a colpire in modo pandemico e che ad oggi gli allevamenti siano fortemente a rischio – come ha confermato anche l’Istituto Zoofilattico Sperimentale delle Venezie.

Cerchiamo dunque di capire com’è attualmente la situazione e cosa dicono gli esperti in merito a questa nuova ondata di casi.

Incubo aviaria, gli allevamenti italiani sono in pericolo

Scatta ancora una volta l’allarme aviaria, ovvero una patologia di tipo virale che colpisce gli uccelli – in particolare quelli acquatici. Ad oggi i dati forniti dagli esperti di tutta Europa avevano già allertato l’attenzione degli allevatori perché sempre più casi erano stati riscontrati in diversi Paesi, ma l’Italia sembrava ancora essere fuori pericolo.

Secondo il report fornito in queste ore dall’Istituto Zoofilattico Sperimentale delle Venezie, però, ora anche gli allevamenti italiani sono minacciati dall’epidemia – per quanto ancora non siano stati riscontrati veri e propri focolai. Per essere più precisi infatti, sono stati confermati diversi casi tra esemplari selvatici – ovvero gabbiani, germani e diversi rapaci – ma chiaramente il rischio è che si possa estendere anche a quelli domestici.

Epidemia aviaria - Fonte AdobeStock
Epidemia aviaria – Fonte AdobeStock

Aviaria, le preoccupazioni degli esperti

Ciò che preoccupa maggiormente, oltre il rischio che la filiera avicola italiana possa essere compromessa, è anche che questo virus ha dimostrato una certa adattabilità al punto da aver colpito già alcuni mammiferi – la notizia che avrebbe contagiato un’allevamento di visoni in Spagna qualche settimana fa si è diffusa piuttosto rapidamente. A destare infatti particolare apprensione è la capacità mostrata dal virus nel mutare, per cui la variante ad oggi riscontrata nei mammiferi sembra aver confermato che potrebbero emergerne anche di particolarmente pericolose.

Per quanto riguarda l’uomo, fortunatamente, al momento il virus non è in grado di arrivare di provocare un contagio inter-umano, ma gli esperti non hanno completamente escluso la possibilità che possa mutare e arrivare a trasmettersi anche in questo senso. La soglia di allerta resta dunque molto alta e il direttore di Unaitalia Lara Sanfrancesco ha chiesto una particolare attenzione da parte delle autorità veterinarie regionali del Ministero della Salute.