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Blue Monday | Il giorno più triste dell’anno è solo un inganno? Ecco come e quando è nato

Il giorno più triste dell’anno, il Blue Monday, sta per arrivare ma in molti si chiedono se in realtà sia solo un inganno.

Cerchiamo di capire come e quando è nato per capire al meglio cosa rappresenti questo giorno dell’anno per moltissime persone.

Blue Monday - Fonte AdobeStock
Blue Monday – Fonte AdobeStock

Da moltissimo tempo sentiamo parlare del Blue Monday, ovvero il giorno più triste dell’anno secondo alcuni. Ma questa condizione ha davvero un fondamento scientifico o è solo nato per scopi che non hanno nulla a che vedere con la scienza?

Cerchiamo di fare luce su questo giorno, piuttosto prossimo sul calendario, per capire innanzitutto com’è nato e se esiste davvero una spiegazione razionale su questo modo di dire ormai piuttosto radicato nel vocabolario di alcune popolazioni.

Blue Monday: ha davvero una base scientifica o è solo un inganno?

Prima di parlare esattamente del fenomeno del Blue Monday, vale la pena fare prima una panoramica del motivo per cui alla tristezza è associato il colore blu. Il primo a creare quest’associazione è stato il poeta inglese Geoffrey Chaucer nel 1385, anno in cui nel celebre “The Complaint of Mars” scrive “With tears blue and with a wounded heart” – che potremmo tradurre come “con lacrime blu e un cuore ferito“.

Blue Monday - Fonte AdobeStock
Blue Monday – Fonte AdobeStock

Possiamo dunque concludere che il blu è associato alle lacrime, e per questo alla tristezza. Negli anni, inoltre, quest’associazione è stata così spesso utilizzata nel linguaggio comune inglese da essere infine entrata nel dizionario della lingua parlata di Francis Grose – il quale ha raccolto tutte quelle espressioni che non potevano entrare nel vocabolario classico perché inadatte.

Ma come siamo arrivati ad associare il blu al giorno più triste dell’anno, che negli anni è diventato il terzo lunedì di gennaio? In realtà tutto ciò ha ben poco a che vedere sia con la letteratura che con qualunque fondamento scientifico, ma piuttosto con una geniale trovata pubblicitaria.

Com’è nato il termine Blue Monday e cos’ha a che fare con la scienza

Uno psicologo dell’Università di Cardiff – Cliff Arnall – nel 2005 ha infatti riscontrato che le persone tendevano a prenotare viaggi nei periodi in cui erano più di malumore, ovvero a fine gennaio – per il semplice fatto che molti di noi si rendono conto che le vacanze invernali sono del tutto finite e che bisogna tornare alla vita di tutti i giorni.

Blue Monday - Fonte AdobeStock
Blue Monday – Fonte AdobeStock

Per promuovere dunque i pacchetti viaggio in tutti quei soggetti che accusavano una certa tristezza, ha pensato di escogitare un’equazione che potesse dare alla sua ipotesi una base scientifica – proponendo un sistema basato su sei parametri (il bisogno trascorrere del tempo all’aria aperta, la natura, l’interazione di tipo sociale, i ricordi d’infanzia delle vacanze in estate, la temperatura e la voglia di andare in vacanza). Una volta dato a questa idea una specie di fondamento scientifico ha dunque pubblicato un comunicato stampa attraverso la rivista Sky Travel.

Ad oggi ovviamente l’equazione viene considerata niente di più che pseudoscienza e tanto l’Università di Cardiff quanto diversi giornali hanno ben presto preso le distanze da questa “scoperta”, ma nel frattempo questo modo di dire – che associa dunque una certa tristezza (indicata come abbiamo visto con il colore blu) alla fine di gennaio – è diventato ormai di uso comune e in molti credono davvero di essere più malinconici il terzo lunedì di questo freddo mese.