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Covid in Italia | Non si abbassa la guardia: “Settimane determinanti”, l’analisi degli ultimi dati

Arrivano importanti aggiornamenti in merito ai casi Covid in Italia, dove ovviamente ancora non è stata abbassata la guardia.

Vediamo dunque cosa dicono le analisi rispetto agli ultimi dati arrivati sull’indice dei contagi delle ultime settimane, per gli esperti particolarmente determinanti.

Covid - Fonte AdobeStock
Covid – Fonte AdobeStock

Sono ormai quasi tre anni che abbiamo a che fare con il Covid e, nonostante negli ultimi mesi la situazione sia decisamente migliorata, gli esperti sottolineano l’importanza di non abbassare la guardia.

Con gli ultimi aggiornamenti arrivati in merito alle nuove varianti in circolazione infatti i medici sottolineano che l’analisi dei dati delle ultime settimane sono particolarmente determinanti per capire l’andamento del contagio. Ecco dunque cosa sappiamo sulla diffusione del Coronavirus.

Non possiamo abbassare la guardia rispetto al Covid ecco cosa sappiamo

Nelle ultime settimane, in merito alla circolazione del Covid-19, abbiamo sentito parlare molto spesso non solo delle nuove varianti che al momento sono diventate predominanti, la Gryphon e la Kraken, ma anche delle nuove restrizioni che sono state utilizzate nel caso di viaggiatori provenienti dalla Cina (e che hanno innescato non poche polemiche con quest’ultima).

Covid - Fonte AdobeStock
Covid – Fonte AdobeStock

Secondo gli ultimi dati forniti dagli esperti, siamo entrati nella quarta settimana di discesa della curva dei ricoveri (con un buon -9% rispetto ai 7 giorni precedenti). Di conseguenza è sceso anche il numero di pazienti trattati in terapia intensiva – circa il -6,3% rispetto alla settimana precedente. Purtroppo però questo dato deve tener conto anche di un altro aspetto, ovvero che il 30% di questi pazienti ricoverati con gravi sintomi purtroppo non sono vaccinati.

Nonostante comunque sia ancora piuttosto alto il numero di cittadini che hanno deciso di non sottoporsi al trattamento, complessivamente i dati sono piuttosto incoraggianti. Come affermato però da Giovanni Migliore (presidente Fiaso) prima di poter fare ulteriori valutazioni sarà necessario attendere i dati delle prossime due settimane e capire se si sono verificati ulteriori ricadute sugli ospedali o se il numero di contagi aumenterà sensibilmente.

Questa preoccupazione, come anticipato, è dovuta alla diffusione delle nuove varianti attualmente in circolazione, che secondo diversi esperti si pongono come più aggressive sotto il profilo del contagio, dal momento che sarebbero in grado di eludere le difese immunitarie che siamo riusciti ad ottenere grazie agli anticorpi ottenuti tramite precedente contagio o con la somministrazione del vaccino. Per quanto riguarda i sintomi però, è bene precisarlo, queste nuove varianti di Omicron non si presentano come più gravi rispetto a quelle che abbiamo affrontato nell’ultimo anno.