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Digiuno intermittente: perché fa male come dicono?

Digiuno intermittente - Fonte AdobeStock
Digiuno intermittente – Fonte AdobeStock

Nonostante sia una pratica piuttosto comune è quella del digiuno intermittente, di recente in molti hanno iniziato a parlare del fatto che è piuttosto dannoso.

Cerchiamo dunque di fare luce su questa abitudine per evitare di creare danni al nostro organismo sottoponendoci a regimi alimentari troppo restrittivi.

Sono moltissime le persone che, soprattutto dopo le festività natalizie, si sottopongono al digiuno intermittente per riuscire a perdere qualche chilo velocemente. Si tratta però di un regime alimentare piuttosto difficile da seguire e assolutamente non adatto a tutti.

Bisogna dunque prestare moltissima attenzione perché non solo può provocare danni all’organismo ma potrebbe anche rivelarsi completamente inutile. Facciamo dunque luce su questa pratica per cercare di capire a quali rischi ci esponiamo sfruttando questo regime.

Digiuno intermittente, fa davvero così male come dicono?

Il digiuno intermittente è un particolarissimo regime alimentare che prevede di assumere tutti i nutrienti all’interno di una finestra temporale molto specifica e di non mangiare assolutamente nulla per tutto il resto della giornata. Si tratta però di una dieta assolutamente non adatta a tutti e che secondo i ricercatori potrebbe anche aumentare il rischio di sviluppare alcune malattie croniche.

Digiuno intermittente - Fonte AdobeStock
Digiuno intermittente – Fonte AdobeStock

Di recente infatti uno studio dell’Università del Tennessee ha scoperto che questo tipo di regime alimentare è in realtà piuttosto dannoso perché il nostro organismo è fatto per assumere regolarmente tre pasti al giorno e se questi vengono fatti in una finestra temporale ristretto aumenta il rischio di morte prematura a causa del fatto che mangiare troppo o comunque troppo velocemente sottopone il metabolismo ad uno stress piuttosto elevato.

Lo studio è partito analizzando le condizioni di salute di coloro che saltavano un pasto principale; chi per esempio non assumeva nulla a colazione aveva un rischio più elevato di contrarre malattie cardiovascolari, mentre chi non mangiava nulla a pranzo oppure a cena aumentava il rischio di altri tipi di patologie.

Tra i partecipanti allo studio che invece consumavano tre pasti al giorno la percentuale di decessi era decisamente più bassa – circa il 30% in meno di mortalità per cause generiche e circa 83% in meno di morte per malattie cardiache. Partendo dunque da questo presupposto è logico concludere che il digiuno intermittente non è assolutamente indicato nemmeno in caso ci siano buone condizioni di salute.