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Moderna: è pronto per il vaccino contro il cancro

Vaccino contro il cancro - Fonte AdobeStock
Vaccino contro il cancro – Fonte AdobeStock

Sono stati fatti passi da gigante sul tema cancro e il vaccino per sconfiggerlo è ormai pronto per l’uso.

Si tratta ovviamente di un enorme passo avanti nella cura di questa patologia, dal momento che si tratta di una terapia molto meno invasiva della classica.

Arrivano ottime notizie sul fronte cancro e cure disponibili per combatterlo. Da tempo infatti i ricercatori sono al lavoro su un farmaco che possa agire come un vaccino e che si presenta come molto meno invasivo delle tecniche utilizzate fino ad oggi.

Cerchiamo quindi di capire come funziona questa tipologia di farmaco, qual è la tecnologia che l’ha resa possibile e quali sono le analisi condotte dal team di esperti che ha effettuato i test.

Moderna, al via il vaccino contro il cancro: come funziona

Procedono senza sosta i trial per il vaccino contro in cancro, una cura all’avanguardia che si presenta molto meno invasiva delle terapie classiche. A portare avanti lo studio è stata l’azienda biotecnologica Moderna – conosciuta da molti per il vaccino anti-Covid – che al momento ha diffuso i risultati della seconda fase della sperimentazione.

Vaccino contro il cancro - Fonte AdobeStock
Vaccino contro il cancro – Fonte AdobeStock

Come ha affermato l’amministratore delegato dell’azienda, Stephan Bancel, siamo a tutti gli effetti entrati “in una nuova era della lotta contro il cancro e, in particolare, del melanoma“, dal momento che per ora la sperimentazione si è soffermata in particolare su questa tipologia di malattia. Il farmaco funziona a mRNA personalizzato ed è utilizzato in combinazione con la terapia immunologica Keytruda (di Merck).

In poche parole questa terapia sfrutta il sistema immunitario del paziente per identificare ed uccidere le cellule tumorali – esattamente come gli anticorpi individuano ed eliminano gli agenti patogeni potenzialmente dannosi per l’organismo. Il traguardo è far sì che il sistema immunitario del paziente possa generare una risposta antitumorale ad hoc per il tipo di mutazione cellulare da cui è affetto.

I risultati fin qui ottenuti sono a dir poco promettenti, dal momento che il rischio di recidiva è stato ridotto del 44%, così come anche quello di morte rispetto al solo trattamento immunologico. Ovviamente sarà necessario condurre ulteriori esami per rendere ancora più personalizzati i trattamenti, ma i ricercatori sono sulla buona strada per una terapia innovativa, meno invasiva e assolutamente efficace per la cura del cancro.