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Australiana: i sintomi e la durata della nuova influenza

Per l’Australiana, si può ridurre il contagio solamente attraverso la vaccinazione – newssalute.it

Le feste appaiono a rischio, di passarle a letto, per molti italiani. Il virus della nuova forma influenzale è soggetto a rapida diffusione, sulla base di una curva esponenziale. Verrà opportuno chiedersi quali siano i sintomi e quanto duri l’influenza. 

Sfortunatamente, il picco nell’estensione virale è previsto esattamente nel periodo delle feste. Si prevede che si avranno quantomeno centinaia di migliaia di contagiati. Il virus, del resto, ha già operato il suo ingresso nel nostro Paese.

Si prevede in particolare, altresì una ricaduta sul turismo delle feste, con partenze di gran lunga ridotte. Il motivo è rinvenibile nel fatto che si tratta dell’influenza dalla manifestazione più alta rispetto a quelle che l’hanno preceduta. Anche l’espansione si fonda su una maggiore capacità del virus di passare da una persona all’altra.

La manifestazione dei sintomi e la durata

I sintomi non sono dissimili da quelli di una comune influenza, ma con febbre più alta. E attenzione ai soggetti più esposti al rischio – newssalute.it

Veniamo al tema qui ritenuto centrale. La sintomatologia dell’Australiana comprende una febbre, più intensa del solito per come si accennava, e poi dolori muscolari, spossatezza. Bambini e adulti dovrebbero restare in una condizione di sostanziale isolamento per un paio di giorni. E dopodiché dovrebbero continuare a non uscire di casa per altri tre o quattro giorni.

Come ha fatto notare sul punto Fabrizio Pregliasco, ordinario di virologia alla Statale di Milano, il picco si manifesterà con 150.000 casi giornalieri, e ciò proprio nei giorni di festa, fino ad arrivare a Capodanno con una cifra di 10 milioni circa di contagiati. Da non sottovalutare l’aspetto mortalità, anche se non si parla del Covid.

I picchi influenzali hanno sempre portato con sé delle morti, specie tra i soggetti fragili. Si dovrebbe perciò evitare il più possibile i contagi, ricorrendo ai vaccini appositi. Pregliasco ha poi sottolineato che in ogni ondata influenzale si è avuto, statisticamente parlando,  fra i 5.000 e i 20.000 morti nel Paese.

Non vi è comunque da allarmarsi laddove non si tratti di persona anziana o particolarmente vulnerabile, anche per determinate patologie. Ad essere vulnerabili in particolar modo anche i bambini al di sotto dei 2 anni d’età. Se non si rientra in determinati casi particolari infatti, il medico non prescriverà antibiotici, bensì dei farmaci antisintomatici, come per le altre comuni influenze.