Altra pandemia in arrivo: esperti in allarme | Il rischio è pericolosissimo
Non si abbassa l’allerta riguardo l’aviaria, che oggi fa ancora più paura tra gli esperti a causa del suo potenziale pandemico.
Gli ultimi aggiornamenti sul virus che ha colpito gli uccelli lo scorso anno non sono affatto incoraggianti secondo la comunità scientifica.
Lo scorso anno siamo tornati a sentir parlare dell’aviaria, una patologia che colpisce gli uccelli e che nel 2022 ha portato ad una vera e propria strage tra i volatili – sia selvatici quanto negli allevamenti. La situazione sembra non voler rientrare e in Europa si continuano a contare le vittime di questo virus, motivo per cui ad oggi gli esperti sono in allarme e parlano di un notevole potenziale pandemico. Ma a cosa potremmo andare incontro? Cerchiamo di fare luce su questa patologia.
Aviaria sempre più preoccupante: cosa dicono gli esperti
Da anni ormai sentiamo parlare di influenza aviaria, ovvero una patologia causata da un virus che aggredisce gli uccelli, ma mai come nell’ultimo periodo si parla di vera e propria emergenza. Dallo scorso anno infatti sono moltissimi gli esemplari morti a causa del contagio e sembra che non solo la situazione fatichi a rientrare, ma che nei prossimi mesi possa diventare anche più pericolosa.
Secondo gli esperti infatti la variante H5N1 non solo ha provocato una vera e propria strage tra i volatili, ma ad oggi esiste il rischio concreto che il virus possa infine adattarsi e iniziare a colpire anche gli esseri umani generando un nuovo stato di emergenza sanitaria. Per questo, ovviamente, i ricercatori di tutto il mondo stanno svolgendo un lavoro di analisi della malattia e proprio in tal senso la virologa della Tufts University Wendy Blay Puryear ha dichiarato che purtroppo si teme il potenziale pandemico del virus.
Al momento, è bene precisarlo, è considerato a basso rischio per l’uomo, ma il fatto che evolva piuttosto rapidamente porta gli esperti a non escludere che possa iniziare ad infettare anche ospiti molto diversi tra loro. Soprattutto perché è anche molto contagioso e si diffonde dunque piuttosto rapidamente aumentando le probabilità di mutazione e di adattamento nell’uomo.
Infine, vale la pena ricordarlo, i timori degli esperti derivano dal fatto che è già stata analizzata la sintomatologia nell’uomo, dal momento che dal 2003 al 2022 sono stati infettati ben 865 soggetto. Da sottolineare come in quel caso il contagio sia avvenuto per aver manipolato del pollame infetto e dunque non si può parlare di contagio uomo-uomo. Dal momento però che in quelle circostanze sono stati riscontrati sintomi molto severi, l’allerta è logicamente molto alta.