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Demenza senile: scoperta incredibile, quali cibi aumentano il rischio

Cibo e rischio demenza senile - Fonte AdobeStock
Cibo e rischio demenza senile – Fonte AdobeStock

Nel campo della demenza senile è stata fatta una scoperta incredibile che riguardano alcuni cibi che aumentano il rischio di manifestazione della patologia.

Un recente studio ha posto l’accento sugli alimenti che, mangiati in eccesso, possono aumentare il rischio di insorgenza di patologie neurodegenerative.

Ad oggi purtroppo non esiste una cura per le malattie come la demenza senile o l’Alzheimer, patologie neurodegenerative che colpiscono la memoria del soggetto. Nonostante questo ad oggi esistono moltissimi rimedi preventivi e senza dubbio la diagnosi precoce gioca un ruolo indispensabile per riuscire a contrastare la progressione di queste malattie.

Un recente studio, incentrato proprio su questi obiettivi, ha posto l’accento su alcuni alimenti che – se consumati in modo sregolato – possono favorire la comparsa di demenza e Alzheimer. Vediamo dunque quali sono i cibi “incriminati” che dovremmo assumere con moderazione.

Demenza senile e Alzheimer, quali sono i cibi che aumentano il rischio

Che l’alimentazione giochi un ruolo fondamentale per la nostra salute è un assunto ormai noto, ma ogni giorni i ricercatori compiono nuove scoperte che riguarda proprio le proprietà di alcuni cibi, i quali purtroppo non sempre si rivelano veri e propri alleati del nostro organismo.

Cibo e rischio demenza senile - Fonte AdobeStock
Cibo e rischio demenza senile – Fonte AdobeStock

In questo caso i ricercatori si sono concentrati sui cibi che possono favorire la comparsa di malattie neurodegenerative come la demenza senile e l’Alzheimer – che secondo le statistiche purtroppo in Italia ha colpito attualmente circa 1,2 milioni di persone. Nonostante infatti ad oggi non esista una cura per questa tipologia di malattie, e noto ormai da tempo che la prevenzione ha un ruolo cruciale per evitarne la comparsa o contrastarne la progressione.

Questo è stato in definitiva l’oggetto dello studio pubblicato recentemente su JAMA Neurology – in cui sono stati seguiti ben 10.775 persone con età media 51 anni per un arco di tempo di 10 anni. È stato chiesto loro innanzitutto di compilare un questionario sulle proprie abitudini alimentari e sulla apporto calorico giornaliero.

Inoltre durante il periodo di studio i partecipanti sono stati ripetutamente valutati con test di tipo cognitivo; da questo “sondaggio” è emerso che i soggetti che consumavano più o meno un terzo delle calorie necessarie da alimenti eccessivamente lavorati avevano maggiori probabilità di manifestare demenza senile.

Agli alimenti “incriminati” sono emersi prodotti come la pizza surgelata, gli hamburger, gli hot dog, le patatine fritte, i biscotti, le caramelle e le merendine, le bibite e i gelati. In poche parole dunque, in una dieta che conta circa 2000 calorie al giorno, se il 20% di queste viene assunto attraverso alimenti trasformati sia un declino decisamente più rapido della cognizione globale (circa il 28%).