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Influenza intestinale: quando diventa pericolosa, i soggetti più a rischio

Influenza intestinale - Fonte AdobeStock
Influenza intestinale – Fonte AdobeStock

Non bisogna mai sottovalutare l’influenza intestinale perché può diventare molto pericolosa in alcuni casi.

Vediamo quindi quali sono i soggetti più a rischio e come deve essere trattata questa patologia che colpisce l’intestino.

Si fa sempre molta confusione quando si parla di gastroenterite virale – comunemente ma impropriamente chiamata influenza intestinale. Non è causata, infatti, dal virus dell’influenza, per quanto a volte i sintomi possano essere molto simili in alcuni casi.

Si tratta, ad ogni modo, di una patologia che non deve essere assolutamente sottovalutata perché in alcuni soggetti può diventare molto pericolosa. Vediamo quindi quali sono le persone maggiormente a rischio e cosa comporta.

Influenza intestinale, tutto ciò che c’è da sapere

Innanzitutto è bene sapere quali sono i sintomi più comuni della gastroenterite virale – erroneamente chiamata influenza intestinale. Si tratta infatti di un’infezione virale che provoca infiammazione dello stomaco e dell’intestino ma che non ha niente a che vedere con il virus dell’influenza – per quanto, come anticipato, in alcuni casi le due malattie possano avere delle manifestazioni simili.

Influenza intestinale - Fonte AdobeStock
Influenza intestinale – Fonte AdobeStock

Solitamente la gastroenterite virale provoca nausea e vomito, diarrea, bruciore e crampi intestinali, malessere generalizzato e occasionalmente anche stato febbrile. Si tratta di una patologia estremamente contagiosa, ma che può viaggiare solo attraverso il contatto con le microparticelle espulse con feci e vomito – che possono tuttavia depositarsi anche sulle superfici.

Dopo un periodo di incubazione di circa 48 ore si manifestano i primi sintomi e si risolvono autonomamente. Per questo motivo non sono somministrati farmaci particolari se non quelli sintomatici; l’unico caso in cui è bene allertare il medico è se le condizioni non migliorano nel giro di qualche giorno.

Influenza intestinale, quando allarmarsi

Se abbiamo appena detto che solitamente l’influenza intestinale tende a regredire spontaneamente dopo qualche giorno, è bene sapere che ci sono dei soggetti che purtroppo devono stare particolarmente attenti al contagio perché può provocare conseguenze più gravi del previsto.

Quando allarmarsi in caso di influenza intestinale - Fonte AdobeStock
Quando allarmarsi in caso di influenza intestinale – Fonte AdobeStock

Solitamente infatti la gastroenterite virale non comporta complicazioni di alcun tipo, ma è bene tener presente che in alcuni casi bisogna prestare attenzione alle conseguenze dei sintomi manifestati. In particolare l’influenza intestinale può provocare uno stato di grave disidratazione – dovuta alla perdita dei liquidi a causa di diarrea e vomito – fattore particolarmente rischioso in alcuni soggetti.

In particolare è bene prestare molta attenzione nel caso di bambini molto piccoli e anziani – che potrebbero non essere in grado di bere liquidi a sufficienza. Per quanto riguarda gli adulti è facile scovare i segni di un ostato di disidratazione, dal momento che si ha sete eccessiva, scarsa produzione di urina (che appare piuttosto scura), pelle secca e letargia. Nei bambini invece si manifesta con secchezza di bocca e lingua, scarsa lacrimazione durante il pianto, pannolini asciutti anche dopo diverse ore, febbre alta e stato di profonda irritazione.