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Dipendenza da cibo è subdola e ti inganna, come uscirne

Come uscire dalla dipendenza da cibo? – newssalute.it

Sei assuefatto/a al cibo, in particolar modo a determinate categorie di cibo? Ciò può accadere poiché determinate tipologie di cibo arrecano assuefazione, per l’appunto. Ma come uscire da una simile dipendenza?

Si tratta di una dipendenza subdola, che inganna perché lascia credere di avere una stretta necessità di ingerire quegli specifici alimenti. E il risultato è l’ingerimento degli stessi in gran quantità, che va oltre quanto basta per la sazietà.

La dipendenza è ricerca incontrollata di piacere attraverso mezzi o abitudini particolari come può essere appunto quella di mangiare, determinati cibi in particolare. La dipendenza da cibo è simile a quella da fumo alcol, o droghe. Una volta instaurata, il corpo, ma anche la psiche (poiché vi è una forte componente psicologica) vorrà soddisfarsi sempre più con il cibo.

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I cibi ad alti contenuti di grassi sono quelli che instaurano dipendenza. Si pensi alle patatine fritte, anche quelle sottili e imbustate al supermercato. Solitamente, una tira l’altra. Ebbene, alla base del fenomeno c’è una spiegazione scientifica. Il gusto percepito viene inviato come segnale al cervello, e proprio il cervello lo rinvia all’intestino in qualità di stimolo.

Ecco perché è dipendenza psicologica ma anche con una connotazione fisica. Lo stimolo giunto all’intestino incrementa la produzione di endocannabinoidi, simili a composti presenti in una sostanza che dà dipendenza patologica come la marijuana, e a loro volta inviano al cervello segnali per richiedere altri grassi.

La base psicologica consiste in una ricerca compulsiva del piacere, per effetto dell’iperattività della zona cerebrale regolata dalla dopamina. Essa è un neurotrasmettitore i cui livelli s’innalzano prima e nel corso di un’esperienza piacevole.  I percorsi seguiti dalla dopamina mettono in contatto il sistema limbico, alla base delle emozioni, con l’ippocampo, l’area cerebrale a sostegno della memoria.

Dal momento in cui la memoria si ricollega all’attività piacevole e viceversa, sorge l’impulso a ripetere l’esperienza, oggetto per l’appunto di dipendenza. In ciò consiste il fattore psicologico. L’area del cervello preposta al controllo e alla forza di volontà, i lobi frontali, è ridotta in chi soffre di dipendenza. Ciò avviene nel momento in cui la dopamina sale oltre i livelli “consentiti”.

Per uscirne vi sono percorsi specifici, come le terapie di auto-aiuto, tenute da specialisti del campo fra psicologi, nutrizionisti, dietisti e altri medici specialisti. Meglio inoltre avere alla base un’adeguata educazione alimentare, fin da bambini o adolescenti così da distinguere i comportamenti sbagliati in ambito alimentare.