Ronzio all’orecchio: non è una malattia ma un sintomo, lo studio
Il ronzio all’orecchio è un problema piuttosto comune, ma non tutti sanno che si tratta di un sintomo e non una malattia.
Anche detto tinnito, si origina nell’orecchio e non è dovuto ad un input esterno, ma non è una malattia quanto il sintomo di altro.
Quando si tratta della salute delle orecchie purtroppo si fa moltissima confusione e si finisce con il credere che il ronzio alle orecchie sia una malattia a se stante, quando invece si tratta del sintomo di un’altra patologia. Vediamo quanti tipi di tinniti esistono e da cosa dipendono.
Ronzio all’orecchio, come si origina e quanti tipi esistono
Non è raro sentir parlare di persone che accusano problemi come ronzio alle orecchie – spesso definito più come un fischio. In molti però fanno confusione e credono sia una patologia a sé, ma si tratta di un sintomo spesso associato alla perdita dell’udito.
Esistono diversi tipi di tinniti e sono per lo più udibili dal soggetto quando intorno a sé ha silenzio – e, dunque, anche in fase di addormentamento (divenendo anche un ostacolo al rilassamento del soggetto colpito).
Si possono distinguere due tipi di disturbo: il tinnito soggettivo e quello oggettivo. Il primo più difficile da diagnosticare proprio perché avviene nella parte interna dell’orecchio, si può manifestare anche a causa di esposizione a rumori particolarmente intensi, all’invecchiamento e alla sindrome di Meniere. Può anche essere provocato da un’infezione o da ostruzioni del condotto uditivo, presentandosi dunque come passeggeri (si risolvono una volta guariti o eliminata l’ostruzione).
Il tinnito oggettivo invece è causato da rumori reali creati dalle strutture adiacenti all’orecchio – come flusso sanguigno turbolento attraverso la carotide, alcuni tipi di tumore all’orecchio e vasi sanguigni malformati nella membrana che ricopre il cervello.
Tinnito, è bene rivolgersi ad un medico
Sarebbe sempre bene consultare un medico quando si accusa il famoso ronzio all’orecchio – dal momento che saprà meglio valutare l’origine del problema e quindi se è curabile (come nel caso di un’infezione).
Quest’ultimo inizierà a porre subito delle domande al paziente per valutare al meglio i sintomi e se prescrivere ulteriori esami medici. Deve infatti essere chiaro il quadro clinico, ad esempio se la natura del problema è unilaterale o bilaterale (ovvero se ha colpito un solo orecchio o entrambi), ma anche se il soggetto ha problemi di natura neurologica.
Sarà poi eseguito un esame delle orecchie, compreso l’udito, e del sistema neurologico. Come anticipato si tratta di una problematica difficile, perché molto spesso il problema è soggettivo, ma in base alle risposte del paziente, il medico è comunque in grado di giungere ad una conclusione.