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Anziani in pericolo, troppi medicinali dannosi

Medicine - Fonte Pixabay
Medicine – Fonte Pixabay

Fin troppi anziani nel nostro paese sono in pericolo a causa dell’eccesso di medicinali dannosi a loro prescritti. Tutti i dettagli.

L’allungamento della vita è senz’altro un ottimo traguardo per la società contemporanea, ma ha anche i suoi contro, ovvero l’insorgenza di molte patologie. Per questo purtroppo spesso gli anziani tendono ad essere sovramedicati con farmaci nocivi.

La vita media si è notevolmente allungata e questo, come anticipato, è un enorme progresso. Purtroppo però questo significa anche riscontare più patologie nei soggetti particolarmente anziani – motivo per cui spesso gli anziani si rivolgono a più medici esperti – tra diabetologi, cardiologi e via discorrendo.

Anziani in pericolo, troppe prescrizioni mediche

Il rischio di ascoltare così tanti esperti diversi è purtroppo di ricevere numerose terapie con farmaci che alla fine risultano dannosi per il paziente. Non a caso il presidente della Simi (Società Italiana di Medicina Interna) Giorgio Sesti, ha confermato questa triste tendenza.

Medicine e anziani - Fonte Pixabay
Medicine e anziani – Fonte Pixabay

Il 66% degli adulti assume regolarmente più di 5 farmaci e almeno un anziano su tre ne assume circa dieci diversi in un anno. Una tendenza che però può essere corretta cambiando l’approccio medico-paziente.

Anziani, come evitare i troppi farmaci

Una soluzione a questo problema c’è e il dottor Giorgio Sesti l’ha individuata nella figura del medico internista. il paziente, invece di essere seguito da diversi medici specialisti – i già citati cardiologi, diabetologi, etc. – dovrebbe essere affidato alle cure di un unico medico specializzato in medicina interna (che notoriamente ha la preparazione più ampia possibile tra tutti i suoi colleghi).

Flacone di medicine - Fonte Pixabay
Flacone di medicine – Fonte Pixabay

In questo modo si eviterebbe il rischio di una “polifarmacia” troppo affollata, ovvero di collezionare numerose prescrizioni. Il medico in questo caso, per continuare a citare il professor Sesti, assumerebbe il ruolo di regista centrale, riuscendo a ridurre il numero di farmaci prescritti – che a volte entrano anche in conflitto tra loro provocando ulteriori problemi alle condizioni cliniche del paziente.

Nei pazienti che potremmo definire sovramedicati infatti è più alta la percentuale di ricoveri dovuta alle interazioni farmacologiche – che possono avere effetti devastanti se si pensa che il soggetto è già fragile perché anziano. Un fenomeno su cui bisognerebbe riflettere al meglio e che dovrebbe portare ad un cambiamento nell’assistenza ai pazienti.