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Ibuprofene per i dolori articolari: nel tempo comporta peggioramenti dell’infiammazione

Ibuprofene e dolori articolari - Fonte AdobeStock
Ibuprofene e dolori articolari – Fonte AdobeStock

L’assunzione continuata di farmaci come l’ibuprofene per i dolori articolari, nel tempo comporta un peggioramento dell’infiammazione.

Un recente studio proposto alla Radiological Society of North America ha rivelato che gli antinfiammatori non steroidei alla lunga possono avere effetti collaterali piuttosto gravi.

Negli ultimi anni abbiamo scoperto di poterci affidare molto agli antinfiammatori non steroidei (ovvero i FANS), dal momento che nel caso di sintomi influenzali si rivelano sempre i più efficaci per alleviare i sintomi.

Eppure, come del resto ogni tipologia di farmaco, ha delle controindicazioni molto specifiche. Lo ha dimostrato un recente studio condotto presso l’università della California, mettendo in luce che l’uso prolungato per i dolori articolari può provocare un peggioramento dell’infiammazione.

Ibuprofene per i dolori articolari, attenzione al suo uso

Medicinali come l’ibuprofene – che rientrano nella categoria dei FANS, ovvero dei farmaci antinfiammatori non steroidei – sono spesso utilizzati anche per il trattamento di problemi come dolori articolari e artrite ma purtroppo fino ad oggi si sapeva poco degli effetti a lungo termine dati dall’assunzione prolungata.

Ibuprofene e dolori articolari - Fonte AdobeStock
Ibuprofene e dolori articolari – Fonte AdobeStock

Per chiarire questo aspetto i ricercatori del Dipartimento di radiologia e imaging biomedico (dell’Università della California), hanno studiato a lungo 227 soggetti con osteoartrite che assumevano FANS e 793 che invece non ne facevano uso. Dopo un monitoraggio di circa 4 anni hanno scoperto che non solo non si trae alcun beneficio dall’uso prolungato di questa classe di farmaci ma che, in realtà, l’infiammazione era anche peggiorata.

Riguardo i possibili motivi è intervenuta la dottoressa Luitjens, autrice principale dello studio, spiegando che da un alto l’effetto antinfiammatorio non previene la sinovite (ovvero l’infiammazione di una membrana sinoviale articolare) e che quindi il quadro tende comunque a peggiorare nel tempo andando incontro alla degenerazione; dall’altro con l’assunzione di antinfiammatori si tende ad essere più attivi e questo alla lunga può portare ad un peggioramento delle condizioni.

In ogni caso è bene ricordare che questi sono i primi studi sull’argomento e che dovranno essere effettuati ulteriori accertamenti sull’impatto che dei farmaci antinfiammatori non steroidei su patologie come la sinovite (patologia presa come oggetto di studio in questo caso) o l’osteoartrite.