Home » Tumore alla prostata: nuova diagnosi olfattiva, non invasiva

Tumore alla prostata: nuova diagnosi olfattiva, non invasiva

Diagnosi tumore alla prostata - Fonte AdobeStock
Diagnosi tumore alla prostata – Fonte AdobeStock

Per quanto riguarda il tumore alla prostata è stato studiato un prototipo che può aiutare ad effettuare una diagnosi olfattiva.

Uno strumento del tutto non invasivo che può aiutare enormemente ad individuare la patologia attraverso le sostanze rilasciate da quest’ultima.

La scienza fa passi da gigante, soprattutto per quanto riguarda le diagnosi delle malattie più gravi – che logicamente necessitano di essere prese per tempo per evitare conseguenze disastrose. È questo il caso del tumore alla prostata, che molto a breve potrebbe essere diagnosticato olfattivamente grazie ad uno strumento che analizzata le sostanze rilasciate nell’aria della patologia. Vediamo dunque come funziona il nuovo strumento non invasivo per le diagnosi del cancro alla prostata.

Tumore alla prostata, la diagnosi attraverso uno strumento olfattivo

I progressi della scienza sono spesso piuttosto imprevedibili e le soluzioni che possono apparire più stravaganti sono quelle che si rivelano più efficaci. Consapevoli di questo, i ricercatori di Humanitas in collaborazione il politecnico di Milano hanno studiato un prototipo davvero curioso per la diagnosi del tumore alla prostata.

Tumore alla prostata e diagnosi olfattiva - Fonte AdobeStock
Tumore alla prostata e diagnosi olfattiva – Fonte AdobeStock

In un primo momento, grazie ad una ricerca condotta dai primi nel 2012 con il Centro Militare Veterinario di Grosseto, hanno confermato che i cani addestrati in un certo modo sono in grado di riconoscere questo tipo di cancro annusando l’urina delle persone malate. Da lì i ricercatori si sono spinti più in là creando addirittura un prototipo di naso elettronico in grado di svolgere la stessa mansione.

Nella pipì delle persone affette da tumore alla prostata infatti sono presenti delle particolari molecole – chiamate VOCs – che solitamente i cani sono in grado di riconoscere, per cui tutto il lavoro si è concentrato sul riconoscimento digitale di questa stessa sostanza.

Sono già stati condotti dei testi su ben 174 soggetti – di cui 88 con malattia alla prostata; i risultati sono a dir poco incoraggianti, dal momento che lo strumento è stato in grado di identificare correttamente la patologia nell’85% dei pazienti malati – e di confermare l’esito negativo delle analisi nel 79% dei pazienti effettivamente sani.

Un sistema che non solo è meno invasivo della classica biopsia ma anche, come hanno scoperto i ricercatori, in grado di restituire anche molti meno falsi negativi – che ha un tasso di rilevamento al momento corrispondente attorno al 48%. Ovviamente saranno necessari degli ulteriori test, ma sembra che il prototipo possa aprire la strada ad un nuovo modo di effettuare le diagnosi per i tumori alla prostata.