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Il sonno interrotto fa male al cervello, lo studio

Difficoltà a dormire - Fonte Pexels
Difficoltà a dormire – Fonte Pexels

Un recentissimo studio ha posto l’accento sull’importanza del sonno ininterrotto, spiegando dunque che la sua interruzione fa male al cervello.

Durante il sonno si innescano dei processi per cui sono fondamentali cicli di riposo completi e non frammentati.

Riposare e farlo bene al giorno d’oggi sembra quasi un miraggio, dal momento che sempre più persone (a causa dell’ansia e dello stress) accusano problemi in fase di addormentamento o anche interruzioni del ciclo del sonno.

Un recente studio ha dimostrato che queste interruzioni non sono solo fastidiose perché la mattina ci svegliamo poco energici e riposati, ma rappresentano anche un vero e proprio danno alla salute del nostro cervello.

Sonno interrotto, quali danni provoca al cervello

Viviamo in una società in cui sono sempre più diffusi ansia e stress a causa dello stile di vita frenetico e spesso delle complicate situazioni lavorative. Proprio a causa di questi fattori sempre più persone accusano problemi con il sonno – tra chi fatica ad addormentarsi e chi invece spesso ha un riposo notturno frammentato. Insomma, anche se fisicamente rimaniamo a letto 8 ore non è detto che al mattino ci sentiamo carichi e pronti ad affrontare la giornata.

Problemi con il sonno - Fonte AdobeStock
Problemi con il sonno – Fonte AdobeStock

Questo problema però non influisce soltanto sulla nostra stanchezza, e quindi sulla nostra prontezza durante la giornata, ma anche sul cervello. Un recente studio condotto dall’Università di Stanford – e pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Science – ha infatti dimostrato che un sonno interrotto provoca dei veri e propri danni al nostro cervello.

Nella fattispecie il cervello durante la fase di sonno profondo rielabora quanto accaduto durante la giornata e stabilisce cosa mantenere in memoria. Privarlo di un riposo continuativo dunque disturba questo processo e si possono manifestare problemi legati all’apprendimento e alla memoria.

Il coordinatore dello studio, il dottor Luis de Lecea, ha così commentato la ricerca: “La continuità del ciclo del sonno interessa soprattutto patologie che colpiscono la memoria, tra cui l’Alzheimer e altri tipi di deficit cognitivi“. Lo studio, dunque, ha portato a concludere che un quantitativo minimo di sonno ininterrotto è essenziale per consolidare la memoria e permettere l’apprendimento di nuove nozioni.