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Febbre da topo: cosa sapere sull’hantavirus

C’è preoccupazione per una nuova infezione da hantavirus, nota anche con il nome di febbre da topo. Da qualche settimana si registrano casi di contagio in Slovenia, al confine con il Friuli Venezia Giulia. Adesso ci sarebbe un caso anche in Italia, di un cittadino sloveno che si è presentato al pronto soccorso di Gorizia con dei sintomi riconducibili proprio alla cosiddetta febbre da topo. In ogni caso, come hanno riferimento le fonti di informazione, le sue condizioni non sarebbero gravi.

Cos’è la febbre da topo e come viene trasmessa l’infezione

L’hantavirus, che è il virus responsabile dell’infezione della febbre da topo, è trasmesso da piccoli roditori. I roditori lo eliminano attraverso le feci e l’urina. Gli uomini possono essere contagiati attraverso gli escrementi dei roditori o toccando il terreno contaminato.

Il contagio avviene per inalazione. Ecco perché i lavoratori più a rischio sono gli allevatori e coloro che lavorano nel settore forestale. La malattia comunque non si trasmette da uomo a uomo, ma soltanto da animale a uomo.

Quali sono i sintomi e cosa fare

Come ha spiegato anche il Ministero della Salute, ci possono essere anche casi asintomatici. Il periodo di incubazione varia di solito da due a tre settimane, ma può raggiungere anche le sei settimane.

I sintomi più evidenti sono la febbre, il mal di testa, i dolori addominali e alla schiena. Non esistono cure specifiche, ma in caso di sintomi particolarmente gravi bisognerebbe ricorrere alla terapia intensiva per gestire l’equilibrio elettrolitico e per mantenere correttamente i livelli di pressione e di ossigeno.