Ecografia pelvica: quando si fa e a cosa serve
L’ecografia pelvica è un esame molto importante per la diagnosi di alcune malattie, di quei disturbi che possono interessare l’area dell’addome inferiore. Spesso viene consigliato come esame da parte dei medici, sia per finalità diagnostiche, ma si rivela molto utile in diverse situazioni anche per monitorare alcune patologie che sono soggette ad una fase di trattamento.
L’ecografia pelvica non è un esame invasivo ed è di breve durata. Alcuni sono dubbiosi su questo tipo di esame e si chiedono quando è necessario farvi ricorso. In ogni caso è sempre il medico a valutare tutte le occasioni in cui è necessario effettuare questo particolare tipo di esame.
A cosa serve l’ecografia pelvica
Attraverso l’ecografia pelvica si possono visualizzare le aree anatomiche dell’addome inferiore e tutti gli organi contenuti in questa parte del corpo. A volte è un esame che viene prescritto per verificare che non ci siano determinate patologie, a cui farebbero pensare alcuni sintomi in particolare.
Infatti con l’ecografia alle pelvi si possono visualizzare molte parti importanti dell’organismo, come per esempio la vescica, la parte finale dell’intestino, la prostata negli uomini e, nelle donne, la vagina, l’utero, la cervice e le ovaie.
In presenza di quali sintomi si fa ricorso all’ecografia alle pelvi
Sono diverse le condizioni di salute che il medico analizza per prescrivere un ricorso all’esame diagnostico dell’ecografia pelvica. Generalmente si considera la presenza di alcune manifestazioni sintomatologiche specifiche, come per esempio il sangue nelle urine, che in gergo medico viene chiamata ematuria.
Inoltre gli altri sintomi che si considerano sono i problemi nella minzione e i dolori del tratto urinario che potrebbero far pensare anche alla presenza eventualmente di calcoli.
Negli uomini l’ecografia pelvica è particolarmente utile per diagnosticare patologie della prostata, come per esempio l’ipertrofia prostatica benigna. Il medico può prescrivere l’esame anche per una donna in determinate situazioni.
Tipico per esempio questo esame è per accertare le cause dell’assenza di mestruazioni, di sanguinamenti vaginali, della dilatazione delle tube di Falloppio, del dolore pelvico e dell’endometriosi.
In alcuni casi questo tipo di ecografia viene anche utilizzato per approfondire gli eventuali disturbi che possono stare alla base di problemi di infertilità.
Le tipologie di ecografia pelvica
Possiamo distinguere due tipi di ecografia delle pelvi, quella interna e quella esterna. In ogni caso si tratta sempre di un esame non invasivo e che non determina la presenza di dolore.
L’ecografia pelvica esterna si svolge posizionando un gel sulla parte esterna dell’addome inferiore. Sul gel viene fatta scorrere una sonda, attraverso la quale vengono trasmesse le immagini su un monitor.
L’ecografia pelvica interna invece si fa introducendo nella vagina o nel retto una sonda, per visualizzare in maniera più precisa questa parte del corpo.
Come ci si deve preparare all’ecografia pelvica
Non ci sono particolari preparazioni da seguire per sottoporsi a questo esame diagnostico. Per effettuare l’ecografia pelvica è importante però avere la vescica piena. Quindi di solito i medici raccomandano di bere mezzo litro di acqua circa due ore prima di sottoporsi all’esame.
Non si deve svuotare la vescica, fino a quando l’ecografia non viene completata. Questo elemento è molto importante. Infatti è necessario che la vescica sia piena per non avere dei problemi nella visualizzazione delle strutture interne della parte del corpo che viene esaminata.
Inoltre dobbiamo specificare che ci si può sottoporre all’ecografia delle pelvi anche nel caso in cui una donna abbia il ciclo mestruale, perché tutto ciò non è una controindicazione.