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Salmonella: sintomi, cause e cura

Con il nome di salmonella si indica un batterio che determina la salmonellosi, un’infezione alimentare che si manifesta con determinati sintomi, molto specifici, come per esempio la diarrea. In genere questa infezione, che può considerarsi abbastanza diffusa, non è particolarmente grave. Infatti spesso si risolve in maniera spontanea nel corso di alcuni giorni. È logico, tuttavia, che deve essere sempre oggetto di attenzione e di valutazione da parte di un medico, perché possono esserci, in alcuni casi rari, anche complicazioni non sottovalutabili, come la setticemia. Ma vediamo in che cosa consistono i sintomi, le cause, come avviene il contagio e cosa è possibile fare per rimediare a questa infezione.

I sintomi della salmonella

I sintomi della salmonellosi sono piuttosto definiti, anche se non è semplice distinguerli da quelli che sopravvengono in caso di altre patologie, come per esempio la gastroenterite. Tra le manifestazioni sintomatologiche caratteristiche troviamo la diarrea, il dolore addominale e la nausea.

Inoltre spesso i pazienti presentano mal di testa, febbre e in alcuni casi anche mancanza di appetito. I sintomi di questa infezione alimentare in genere non superano i 7 giorni, per poi risolversi quasi sempre in maniera spontanea. Teniamo anche conto del periodo di incubazione del batterio, che va dalle 12 alle 48 ore.

A parte rari casi, come abbiamo già specificato, non ci sono complicanze particolarmente significative da segnalare.

Le cause e il contagio

Il batterio della salmonella arriva nell’organismo umano attraverso il consumo di alimenti o di bevande contaminati. A volte l’infezione si può contagiare attraverso il diretto contatto con le feci che sono infette dal batterio.

Spesso il contagio avviene consumando la carne di animali da allevamento o da cortile. L’eventualità non è così comune, specialmente nel nostro Paese, dove queste carni sono sottoposte a dei controlli piuttosto rigorosi. Tuttavia si deve stare attenti evitando di consumare cibi non troppo cotti o latte non pastorizzato.

Ma quali sono i cibi più esposti al rischio di salmonella? Come abbiamo già detto, si tratta della carne bianca, quindi quella di pollame, del pesce crudo, dei molluschi e dei crostacei poco cotti, delle uova crude e dell’acqua potabile che può essere in certi casi contaminata.

Esistono anche dei fattori di rischio da tenere in considerazione. Per esempio è stato provato dalla ricerca scientifica che sono più a rischio i bambini, le persone che hanno un sistema immunitario debole o i pazienti che fanno spesso un utilizzo a lungo termine di antiacidi.

La cura dell’infezione da salmonella

Come abbiamo già specificato, di solito i sintomi della salmonellosi tendono a risolversi spontaneamente. Questo potrebbe far pensare che non sia necessario assumere dei farmaci specifici e in effetti questa è proprio la linea strategica utilizzata di solito dai medici.

Tuttavia, però, non è escluso il fatto che il medico possa prescrivere un’adeguata terapia, specialmente per contrastare i sintomi più fastidiosi. In genere la sintomatologia che interessa soltanto a livello gastrico e intestinale è piuttosto sopportabile.

Può accadere, però, che per esempio alcune manifestazioni, come la diarrea, risultino piuttosto significative. Quindi in questo caso, per esempio, potrebbe essere utile portare avanti una cura a base di fermenti lattici, per aiutare la flora batterica intestinale.

Inoltre dobbiamo considerare il rischio di disidratazione, che è molto elevato specialmente nei bambini piccoli, quindi è opportuno bere acqua a sufficienza o comunque cercare di reidratare l’organismo attraverso il consumo di liquidi.

Ben diverso è il discorso, quando si notano dei segni che potrebbero far pensare ad un evolversi dell’infezione verso il causare complicazioni. In questo caso bisogna sempre rivolgersi al medico oppure consultare un pronto soccorso.

Può accadere infatti in rari casi che la salmonella vada a colpire altri organi e in queste situazioni è possibile incorrere nel pericolo di setticemia. In rari casi è stato dimostrato anche che la salmonellosi può causare altre patologie, come per esempio l’artrite, la meningite e la polmonite.

Molto importante è la prevenzione, cercando soprattutto di avere molta accortezza nel far cuocere bene gli alimenti e nel bere acqua bollita, nel caso si abbia il sospetto che possa essere contaminata.

Da tenere in conto anche alcuni cibi a cui spesso non si pensa, ma che sono fatti a base di ingredienti ricavati proprio da quegli alimenti potenzialmente più a rischio. Per fare un esempio possiamo ricordare alcune salse, come la maionese, che contengono uova crude.

Ribadiamo però che, specialmente nel nostro Paese, i controlli su questi cibi considerati “pericolosi” sono stretti. Inoltre il batterio della salmonella viene distrutto con le alte temperature, quindi, se gli alimenti sono adeguatamente cotti, si evita il contagio.