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Farmaco HIV: esperimenti fanno guarire le cavie, verso una svolta?

L’HIV è un’infezione virale che porta all’AIDS ed è fatale in quasi tutti i casi. Per decenni, i ricercatori hanno cercato di trovare una cura completa per questa infezione che colpisce 37 milioni di persone in tutto il mondo. I farmaci HIV al momento sono tutti in grado di rallentare la progressione e la moltiplicazione del virus all’interno del corpo ma non forniscono una cura completa o l’eradicazione del virus.

In un nuovo studio, oltre 30 ricercatori della Temple University e del Centro medico dell’Università del Nebraska sono riusciti a sradicare il virus dai topi di laboratorio attraverso un farmaco HIV. Ecco come.

Lo studio

Il team ha utilizzato uno strumento di modifica del DNA chiamato CRISPR insieme a un farmaco antivirale. Hanno eseguito il loro esperimento in topi di laboratorio il cui sistema immunitario è stato modificato in modo che fosse più simile agli umani.

L’approccio terapeutico ha funzionato per eliminare l’HIV in nove dei 23 topi che erano stati “umanizzati”. Kamel Khalili, uno degli autori senior dello studio, ha detto che una volta approvata la Food and Drug Administration, si avvieranno le sperimentazioni cliniche entro il prossimo anno.

Il team di Temple ha collaborato con un team di laboratorio del Centro medico dell’Università del Nebraska. Ora i ricercatori hanno attaccato il virus usando sia un farmaco antivirale che lo strumento di modifica genetica.

Il gruppo di ricerca ha utilizzato una “terapia antivirale sequenziale a rilascio prolungato a rilascio prolungato”. I topi sono stati infettati da HIV 1. Lo strumento di modifica genica ha rimosso con successo i “frammenti di DNA sottogenomico dell’HIV-1”, secondo gli autori.

Verso una cura definitiva?

Howard Gendelman dell’UNMC nella sua dichiarazione ha affermato che il nuovo farmaco ha un ulteriore vantaggio di agire per un lungo periodo. Ciò significa che può essere somministrato una volta ogni due mesi piuttosto che giornalmente come avviene per i farmaci comuni.

Secondo Khalili, il nuovo farmaco antivirale ancora non è pronto per l’uso umano. Pertanto, proseguiranno gli studi clinici per porre in essere uno strumento di modifica dei geni umani. Ma i propositi sono più che favorevoli.