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Scoperta una nuova forma di demenza diagnosticata erroneamente come Alzheimer

Una nuova scoperta scientifica, coordinata dall’Università del Kentu e pubblicata sulla rivista Brain, ha messo in luce una nuova forma di demenza, erroneamente confusa con l’Alzheimer: si tratta di un tipo di demenza molto simile al morbo degenerativo, ma che intacca un’altra proteina del cervello. Con la scoperta di questa nuova malattia, si ritiene che il morbo di Alzheimer non sia più la forma di demenza più diffusa.

Encefalopatia TDP-43, la nuova forma di demenza simile all’Alzheimer

Il lavoro dell’Università di Kentu ha portato alla scoperta di una nuova forma di demenza, l’encefalopatia TDP-43. Si tratta di una forma di demenza molto simile all’Alzheimer e che negli anni è stata erroneamente diagnosticata come tale.

La collaborazione internazionale, coordinato dall’Università ha portato – dopo anni di studio – a una scoperta importantissima, che non soltanto porterà all’aggiunto di una nuova malattia in catalogo, ma permetterà di potenziare la ricerca. Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista Brain: la condizione si sviluppa prevalentemente in età limbica (o Late).

Che cos’è l’Alzheimer e perchè la ricerca fino ad ora ha fallito

Il morbo di Alzheimer, una delle forme di demenza su cui si è fatta più ricerca e che fino ad ora si credeva essere la più comune, è una malattia degenerativa che porta a una progressiva perdita delle capacità mentali basilari: dagli iniziali stati di depressione, cambiamento di umore e comportamento, fino alla difficoltà nelle relazioni personali, la perdita di memoria e la morte. Generalmente, l’aspettativa di vita è dai 3 ai 9 anni da quando la patologia viene diagnosticata. 

Fino ad ora, la ricerca sull’Alzheimer ha portato è stata sostanzialmente fallimentari: questo perchè si credeva, erroneamente, che questa forma di demenza fosse la più comune. In realtà è stato scoperto che l’encefalopatia TDP-43 interessa almeno un terzo di quei casi che si pensava fossero affetti dal morbo di Alzheimer. Con la scoperta dell’accumulo di un’altra proteina – la TDP-43 – nel cervello, anche l’impostazione della ricerca sarà differente.