Vaccino Covid e attacco cardiaco - Fonte AdobeStock
Si parla moltissimo dell’aumento di casi di arresto cardiaco negli ultimi anni, per alcuni associati alla somministrazione del vaccino Covid: facciamo chiarezza su questo punto.
Nuovi dati oggi forniscono un quadro più completo sull’aumento di problemi cardiaci nella popolazione e su quali siano i fattori di rischio.
Mai come in questo periodo si torna a parlare di patologie cardiovascolari e in particolare di arresto cardiaco tra la popolazione. La preoccupazione, sempre crescente, è che possa esserci un nesso con la somministrazione del vaccino Covid, dal momento che i numeri in aumento sono stati notati proprio negli ultimissimi anni.
Per fare chiarezza sull’argomento è infine intervenuto il professor Lamberto Manzoli dell’Università di Bologna, che ha recentemente condotto uno studio su preparati anti-Covid, pubblicato sulla nota rivista medica Vaccines.
Negli ultimi anni è aumentata la preoccupazione a causa del numero crescente di problemi cardiaci nella popolazione e soprattutto di arresto cardiaco tra i pazienti. In molti, vista la tempistica con cui i casi si sono presentati, hanno immediatamente pensato ad un nesso tra questi eventi cardiovascolari e la somministrazione del vaccino anti-Covid.
Per fare chiarezza, come anticipato, è infine intervenuto il professor Lamberto Manzoli dell’Università di Bologna, che ha condotto e recentemente pubblicato uno studio sui preparati anti-Covid al fine di stabilire se e quali patologie possono essere scatenate dall’uso di questo farmaco. Per portare a termine lo studio ha osservato per circa 18 mesi l’intera popolazione di Pescara, raccogliendo tutti i dati sanitari per riscontrare eventuali rischi legati al vaccino Covid.
Come si poteva immaginare però, i risultati dello studio effettuato hanno confermato che nessun tipo di patologia cardiovascolare può essere associata al preparato anti-Covid. Dunque né l’arresto cardiaco né il tanto discusso rischio trombotico di cui si è parlato all’inizio della campagna vaccinale.
“I risultati mostrano in modo chiaro che tra i vaccinati non c’è un aumento di rischio di malattie gravi – afferma il professor Manzoli – sono stati riscontrati casi isolati negativi ma il profilo di sicurezza dei vaccini è stato confermato“. Un risultato collaterale a questi test, che però era già stato da tempo confermato, è l’efficacia della protezione contro i sintomi gravi del virus.
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