Patologie

Tumori: neuroblastoma nei bambini, la ricerca avanza scoperta incredibile

Neuroblastoma nei bambini – Fonte AdobeStock

Sono stati condotte importanti ricerche in merito al neuroblastoma nei bambini, ecco qual è stata l’incredibile scoperta legata a questi tumori. 

Si tratta di una patologia piuttosto grave, considerata la prima causa di morte infantile topo leucemie e tumori cerebrali.

Arrivano importanti novità in merito al neuroblastoma, un tumore maligno che colpisce i soggetti molto piccoli, ovvero bambini e adolescenti fino ai 15 anni di età. Grazie ad un team di ricercatori di Napoli è stato possibile studiare meglio questa patologia e scoprire dei dettagli finora in editi che potrebbero giocare un ruolo essenziale nella prevenzione e nella cura di questa malattia. Vediamo dunque di cosa si tratta.

Neuroblastoma nei bambini, l’incredibile scoperta dei ricercatori

Quando si parla di neuroblastoma ci si riferisce ad una malattia piuttosto rara (sono rilevati circa 15.000 casi nel mondo e fortunatamente solo 130 in Italia) che comporta delle terribili conseguenze; è infatti indicata dagli esperti come la prima causa di morte tra i bambini e la terza più frequente e dopo leucemie e tumori cerebrali infantili.

Neuroblastoma nei bambini – Fonte AdobeStock

Si tratta di una neoplasia maligna che ha origine dalle cellule presenti nel sistema nervoso simpatico (ovvero dai neuroblasti) e che ancora oggi è ovviamente oggetto di studio. Proprio di recente una innovativa ricerca condotta dai ricercatori dell’Università degli studi di Napoli Federico II è riuscita a fare un importantissimo passo avanti nella comprensione di questa patologia e in particolare sono stati identificati i fattori genetici che predispongono alla sua manifestazione.

Analizzando il DNA di quasi 700 bambini affetti da questo tumore e procedendo con un sequenziamento avanzato, gli studiosi hanno scoperto che almeno il 12% dei bambini affetti dalla malattia ha almeno una mutazione genetica ereditaria che dunque predispone il soggetto all’insorgenza della neoplasia.

Un dettaglio questo che implica una migliore possibilità di effettuare una diagnosi precoce e migliorare dunque anche la gestione clinica del paziente, come sottolineato anche dal professor Mario Capasso che ha guidato il team di ricerca. Nel corso degli stessi studi sono state anche interessate altre patologie come l’autismo, quale sembrerebbe essere provocata da alcune delle mutazioni analizzate nel corso della ricerca. I risultati raggiunti possono essere dunque utilizzati per comprendere meglio lo sviluppo delle malattie su menzionate ma anche altre non necessariamente di tipo oncologico.

Claudia Anania

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