Cure

Alzheimer: il cibo che rallenta la malattia, una vera o propria dieta

Quale cibo assumere per rallentare il deterioramento cognitivo alla base dell’Alzheimer? – newssalute.it

L’Alzheimer è un male oscuro, una malattia neuro-degenerativa in grado di mettere seriamente in difficoltà chi ne soffre. Da oggi pare che sia stato individuato un cibo in grado di rallentarne il progresso. 

Laddove si tratti di una malattia neuro-degenerativa, la sfida che la Scienza si pone è sempre quella di fermarne, o quantomeno rallentarne lo sviluppo. Pare che ora ciò sia stato raggiunto a proposito dell’Alzheimer, ma con un rimedio davvero leggero e al tempo stesso efficace.

Un rimedio insomma che parte non dalla Medicina in sé, con composti sintetizzati chimicamente, bensì dall’alimentazione. Vi è, in altri termini, una vera e propria dieta per prevenire la diffusione dell’Alzheimer. Tale dieta servirà anche a rallentare la progressione della malattia in quei casi in cui la medesima sia già in corso. Vediamo i dettagli.

Dieta e Alzheimer: cosa sappiamo

Diversi tipi di ortaggi e verdure, come si leggerà di seguito, saranno utili a contrastare l’Alzheimer – newssalute.it

A rallentare il declino cognitivo che può condurre ad una forma di demenza sono, nell’alimentazione, i flavonoli. Il che è comprovato scientificamente. Si tratta di composti di origine vegetale, appartenenti alla classe dei flavonoidi, antiossidanti per antonomasia nel contrasto ai radicali liberi. Questi ultimi sono i responsabili dell’invecchiamento cellulare.

Sottoporsi ad una dieta del genere non è difficile. I flavonoli si trovano in molti alimenti comunemente sulle nostre tavole, bisognerà solamente fare caso ad una loro assunzione con determinata frequenza. Parliamo di cavoli e broccoli, ma anche di cipolle gialle, spinaci e in generale tutte le verdure a foglia verde. Bene anche le mele e il vino rosso.

La Quercetina è il flavonolo più noto, anche per contenere le conseguenze alle malattie virali, dall’influenza stagionale sino al Covid. Le basi scientifiche sul ruolo dei flavonoli provengono dallo studio condotto dal Rush Medical Center di Chicago. Circa 1.000 persone vi si sono sottoposte, con età media di 81 anni.

Chi fra loro assumeva con più regolarità i flavonoli nell’alimentazione, il tasso di declino cognitivo si presentava decisamente come più lento. In particolare il tasso di declino cognitivo ha riportato una riduzione del 32% in quei soggetti che consumavano al momento dello studio 15 mg giornalieri di flavonoli. Ciò equivaleva ad una tazza di verdure a foglia verde scuro.

Il confronto è stato in relazione all’altro gruppo, con un consumo quotidiano pari a solamente 5 mg al giorno di flavonoli. A contribuire fortemente cavoli, broccoli, fagioli, spinaci, thè. Anche se c’è da dire che anche il consumo di pomodori, mele, arance, vino, ha riportato un effetto benefico.

 

Michele De Luca

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