Bambino rischia di morire, per trasfusioni negate dai genitori

Una famiglia no vax ha messo in pericolo la vita del proprio figlio di 6 mesi rifiutando le cure mediche al piccolo perché avrebbe previsto una trasfusione.

In particolare il bambino avrebbe potuto ricevere sangue proveniente da un soggetto vaccinato e i genitori non volevano che si presentasse questa possibilità.

I lettori di cronaca e attualità sono stati recentemente sconvolti da un caso che ha attirato l’attenzione dei media di tutto il mondo. Una coppia di genitori no vax ha messo in pericolo la vita del proprio figlio di sei mesi, che necessitava di un intervento salva vita, perché preoccupati che durante l’operazione il piccolo potesse ricevere sangue di un soggetto vaccinato. Vediamo i dettagli dell’assurda vicenda e cos’è successo al bimbo.

Genitori no vax mettono il pericolo il proprio figlio di 6 mesi, cos’è successo

Un bambino neozelandese di soli sei mesi gravemente malato è stato di recente protagonista (suo malgrado) di un’assurda vicenda che ha attirato l’attenzione di tutti i media nel mondo e di moltissimi lettori sul web. Il piccolo era nato con un problema cardiaco congenito e necessitava di un intervento salvavita o non sarebbe sopravvissuto.

Purtroppo però i genitori neozelandesi si sono opposti affermando che avrebbero dato il consenso all’operazione solo se gli fosse stato garantito che il sangue non provenisse da un soggetto vaccinato contro il Covid-19.

La coppia, la cui identità non è stata svelata, erano convinti che nel sangue delle persone vaccinate ci fossero proteine di punta che a loro avviso potrebbero causare morti inaspettate nel caso di trasfusioni.

Dal momento che i due non si mettevano d’accordo sul da farsi e che a tutti gli effetti stavano intralciando l’iter medico, il Servizio Sanitario della Nuova Zelanda ha deciso di intraprendere un iter legale per tutelare la salute del piccolo.

Genitori no vax ostacolano l’operazione salvavita del figlio: come si è conclusa la vicenda

Il suddetto servizio sanitario neozelandese ha dunque presentato una domanda (ai sensi del Care of Children Act) chiedendo all’Alta Corte del paese di nominare un medico che potesse prendersi cura temporaneamente del bambino e potesse tutelare la sua salute.

È stato dunque disposto che il piccolo fosse affidato a due medici dell’ospedale di Auckland, che sovrintenderanno alle questioni relative all’operazione, mentre resterà sotto la tutela del tribunale.

I genitori, ad ogni modo, resteranno i tutori ufficiali per tutte le altre questioni legate al bambino. Dal momento che il tempo stringeva e la salute del bimbo è in pericolo i genitori al momento non si sono appellati contro questa decisione presentando ricorso, per cui il piccolo ha già subito l’intervento ed è in fase di guarigione.