Le stimolazioni cerebrali riducono il rischio di depressione

Uno studio recente ha scoperto che la stimolazione cerebrale profonda (DBS) di una specifica area del cervello fornisce un forte effetto antidepressivo.

Una tecnica usata per molte patologie

La stimolazione cerebrale profonda, viene già largamente usata per il trattamento di tremore essenziale, morbo di Parkinson, l’epilessia e disturbo ossessivo-compulsivo.

Si tratta di una procedura neurochirurgica che coinvolge il posizionamento di un neurostimolatore (a volte indicato come un “cervello pacemaker ”), che invia impulsi elettrici ad alta frequenza attraverso elettrodi impiantati in profondità nel cervello a specifiche aree cerebrali responsabili dei sintomi di ciascun disturbo.

I dati a lungo termine presentati in questo studio, condotto presso la Emory University e guidati dalla professoressa Helen S. Mayberg, convalidano i precedenti lavori condotti dal gruppo di ricerca. Essi gettano le basi per ulteriori studi al fine di acutizzare e ottimizzare la DBS per questi pazienti.

Lo studio è stato condotto su un totale di 178 persone, tutte affette da depressione o disturbo bipolare di tipo 2 da almeno un anno. L’insieme di dati raccolti sono stati combinati per l’analisi in questo studio di follow-up a lungo termine (l’esperimento dura da circa 10 anni). I partecipanti sono stati visitati da uno psichiatra di studio settimanalmente per 32 settimane.

Le visite sono iniziate almeno quattro settimane prima dell’intervento, per ridimensionarsi poi ad ogni sei mesi dopo due anni. Attualmente, ci sono ancora 23 pazienti che non hanno finito il loro ciclo. Ognuno di loro ha subìto un miglioramento della sindrome depressiva di cui soffrivano dopo essere stati sottoposti al stimolazioni.

Nuovi studi all’orizzonte?

All’orizzonte un nuovo studio, che recluterà pazienti depressivi resistenti al trattamento. In tal caso saranno impiantati con un nuovo prototipo di sistema DBS di ricerca (Summit RC + S) che consente la registrazione simultanea dell’attività cerebrale direttamente dal sito di stimolazione durante la terapia DBS attiva .

Questi studi forniranno un’opportunità senza precedenti per monitorare la traiettoria del recupero nel corso di giorni, settimane e mesi a livello neurale. Inoltre aiuteranno a guidare le decisioni future sulla gestione di DBS in grado di ottimizzare ulteriormente i risultati clinici nei nostri pazienti” hanno dichiarato gli studiosi.

Redazione

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