Cancro: terapia protonica meno invasiva della radioterapia

Guarire il cancro con la radioterapia e la terapia protonica non provoca differenze sostanziali. Viceversa la protonica risulta meno invasiva della terapia a raggi X.

Verso un nuovo strumento terapico contro il cancro?

Una nuova ricerca suggerisce che la terapia protonica può essere un trattamento migliore rispetto alle radiazioni a raggi X per le persone con cancro.

La radioterapia è una delle terapie più comuni per il cancro, sia che la malattia sia nelle sue fasi iniziali sia che il tumore ormai sia arrivato ad uno stadio più diffuso. Sebbene efficace, la radioterapia ha una vasta gamma di effetti collaterali. Tra questi si includono affaticamento, irritazione della pelle, febbre, nausea, vomito e diarrea. Ma anche cambiamenti nell’appetito o difficoltà a mangiare e deglutire.

Una nuova ricerca suggerisce che la terapia protonica, nota anche come terapia con fascio di protoni, può avere effetti collaterali minori e meno gravi rispetto alla radiazione a raggi X.

Il Dott. Brian C. Baumann, radiologo oncologo presso la Washington University School of Medicine, è l’autore principale del nuovo studio. Il team di ricerca ha esaminato quasi 1.500 persone con varie forme di cancro, come il cancro del polmone, del cervello, della testa e del collo, così come i tumori gastrointestinali e ginecologici. Alcuni pazienti sono stati sottoposti a terapia protonica, altri al regolare protocollo radioterapico.

In particolare, solo 45 delle 391 persone che hanno ricevuto la terapia protonica hanno avuto un grave effetto collaterale entro 90 giorni dall’inizio del trattamento. In confronto, 301 delle 1.092 persone che hanno ricevuto la terapia a raggi X hanno avuto un grave effetto collaterale nello stesso periodo di tempo. Insomma l’11% della probabilità nel primo caso contro il 27% in caso di radioterapia.

I benefici della terapia protonica

La terapia protonica è stata associata ad una sostanziale riduzione dei tassi di gravi effetti collaterali acuti, rispetto ai fotoni convenzionali, o raggi X, radiazioni per i pazienti trattati con radiazioni concomitanti e chemioterapia.

I ricercatori spiegano anche perché la terapia con protoni è più precisa della terapia a raggi X e comporta meno rischi di danneggiare il tessuto sano intorno al tumore.

I protoni sono particelle pesanti che sono caricate positivamente e si fermano una volta raggiunto il bersaglio. Al contrario, i raggi X sono fatti di fotoni, che sono particelle con quasi nessuna massa. Dunque per questo meno invasivi.

Redazione

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